Negli ultimi decenni, è apparso sempre più evidente il ruolo dell’alimentazione e, più in generale dello stile di vita, nel condizionare la nostra salute a lungo termine.
Sappiamo bene quanto determinati fattori legati all’alimentazione contribuiscano allo sviluppo di malattie cardiovascolari, diabete di tipo due, ipertensione, sindrome metabolica, osteoporosi e patologie cronico-degenerative; e prendiamo atto dei grandi passi in avanti che, sul versante scientifico e tecnologico, sono stati fatti negli ultimi anni portando a un’evoluzione delle conoscenze sulla nutrizione.
L’educazione alimentare si acquisisce fin dai primi anni di vita, e sarebbe un errore non accompagnarlo in tale percorso.
Solitamente, intorno ai sei mesi, è il bambino stesso ad obbedire a un’istintiva saggezza nutrizionale passando a cinque pasti al giorno. Già, forse la verità più scontata e ovvia, la nozione che tutti conoscono ma che in pochi applicano: quella dei cinque pasti al giorno!
Tralasciando l’importanza della prima colazione, di cui molto già è stato detto, oggi vogliamo parlarvi del pasto meno considerato della giornata: lo spuntino pomeridiano o merenda, e di come deve essere inserito nella vita di un bambino.
Per assolvere al meglio le sue funzioni, la merenda deve essere considerata come un vero e proprio pasto in grado di apportare il 10% dell’energia che serve durante la giornata.
Parliamo essenzialmente di carboidrati, ma anche di una buona dose di proteine, grassi, minerali e vitamine. Soprattutto se a fare merenda sono i più piccoli!
I bambini, infatti, destinano una parte considerevole dell’energia al processo di crescita che, come è ovvio, richiede tutti i nutrienti.
Ma quali caratteristiche deve avere una merenda perfetta per i bambini?
- Deve essere “su misura”. I bambini lo sappiamo, cambiano le loro esigenze in relazione all’età.
Risulta quindi ovvio che un bambino di tre anni abbia necessità completamente diverse da un neonato. Consigliamo quindi di optare per una merenda in grado di armonizzarsi perfettamente con le capacità fisiche e digestive del piccolo, evitando in ogni modo la ripetitività sotto il profilo del gusto. Mangiare sempre la stessa cosa può far perdere interesse al piccolo e “allontanarlo” dall’idea di merenda. - Nel primo anno di vita meglio essere “morbidi”. Già dal primo anno di vita è bene abituare il bambino all’idea di merenda, integrando sempre con il latte di crescita, fondamentale per ridurre il rischio di carenze di ferro e vitamina D. In questa fase di dovrebbe sempre optare per una merenda “soffice” ma in grado di fornire precise sostanze nutritive, tra tutte calcio e vitamine.
Attenzione all’apporto energetico e agli zuccheri, sia per evitare problemi di peso, sia per scongiurare l’insorgere di carie o altri problemi ai denti! Ricordate che in questa fase della crescita il fabbisogno calorico si aggira intorno alle 800 Kcal al giorno. - Arrivano le fibre. Nel secondo anno di età è importante rivedere dal punto di vista energetico la merenda. In questa fase il piccolo arriva a bruciare circa 1050 Kcal al giorno ed è utile mantenere alto l’apporto di fibre durante la merenda. A tal proposito, la scelta migliore risulta essere la frutta fresca, abbinata a uno yogurt, o dei crackers accompagnati da una spremuta d’arancia.
Attenzione alle merendine. - Dai 3 anni il bambino inizia ad avvicinarsi a un fabbisogno energetico che si aggira intorno alle 1200 kcal, richiedendo dunque un’alimentazione più ricca. La merenda ideale può essere una fetta di ciambella fatta in casa o della focaccia, accompagnate sempre dalla frutta!
Attenzione alle merendine confezionate: per quanto rappresentino un’alternativa rapida e gustosa, è bene ridurre al minimo l’assunzione di queste merendine in quanto, molto spesso, sono ricche di grassi e con scarse proprietà nutritive. Consigliamo dunque di leggere la lista degli ingredienti e prestare attenzione all’etichetta nutrizionale, optando per merendine che non superino le 200 Kcal a porzione. Un consiglio utile anche per i genitori!